Fragile Eternity 03 by Melissa Marr

Fragile Eternity 03 by Melissa Marr

autore:Melissa Marr [Marr, Melissa]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-07-03T10:47:57+00:00


Capitolo 17

Aislinn si svegliò a mezzogiorno. Era sola, nella stanza di Keenan. Vide i suoi abiti poggiati

su un’ottomana vicino al letto. Sul comodino, un vassoio con la colazione. Prima di pensare a

mangiare o a vestirsi, però, chiamò Seth due volte, senza ottenere risposta.

Poi telefonò a Keenan.

«Come stai?», furono le sue prime parole, tranquille, affettuose, come se non fosse successo

nulla.

Aislinn ebbe un sospiro di sollievo. «Meglio. Sto meglio».

«Hai qualcosa da mangiare», le disse, di nuovo esitante, «accanto al letto. Ho dato ordine

che ti portassero un nuovo vassoio ogni mezz’ora così avresti trovato la colazione calda».

«Potevo sempre riscaldarla con una ventata di sole, no?». Era contenta che potessero

scherzare cosi, senza imbarazzo. «Dove sei?».

«Nei frutteti fuori città. È bellissimo qui, sono così rigogliosi».

«E cosa ci fai?».

«Volevo vedere come andava, dare un’occhiata». La sua voce era un fiume attraversato da

calde correnti. Di rado Aislinn l’aveva sentito tanto sereno.

Anche se in parte la condivideva, era difficile per lei comprendere fino in fondo la gioia che

provava a vedere la terra prosperare. Ma lei aveva conosciuto solo un paio di decenni di freddo,

Keenan secoli interi, e per di più sentendosi responsabile di quello che accadeva. Era chiaro che ora

esultasse. «È lì che vai quando io sono a scuola, vero?».

«In questo frutteto? Non sempre», rispose lui, evasivo.

«Lì vicino?». Scoprì il piatto che le avevano portato, tiepido, e Aislinn lo riscaldò un poco

facendo sgorgare un fiotto di calore dalla punta di dita.

«Sì».

«Perché non me l’hai mai detto?», domandò mentre assaggiava la frittata: spinaci,

formaggio e pomodoro, uno dei suoi piatti preferiti.

«Mi piace venirci da solo. Non volevo offenderti dicendoti che preferivo che tu non

venissi».

Aislinn rimase un istante in silenzio, leggermente ferita. «E perché?».

Non le rispose subito e quando lo fece la sua voce era di nuovo incerta. «Quando non avevo

ancora pieni poteri venivo spesso qui, tra questi alberi tanto provati, in questi campi che si

sforzavano di dare cibo a mortali e animali. E provavo a riversare su di loro piccoli rivoli di sole.

Era tutto quello che avevo: non molto, ma meglio di niente. Adesso posso donare di più».

«Potrei darti una mano uno di questi giorni».

«Sì, chissà. Adesso come adesso… è meglio di no. Ho portato qui solo una persona».

«Donia».

«Sì», le confessò. «La prima volta quando era ancora mortale, poi ci siamo tornati in

seguito, nel corso degli anni, se le dovevo parlare, ma non le ho mai spiegato perché proprio qui…

Sono andato da lei oggi. Abbiamo parlato».

«E?».

«Troveremo una soluzione. Per non lasciarci sopraffare dall’attrazione che proviamo. Si può

fare. È solo questione di non dimenticarsene».

«Mi dispiace».

«Qualsiasi cosa accadrà, dev’essere qualcosa che desideriamo entrambi. Speravo che la

nostra amicizia sarebbe… cresciuta, che avresti scelto me, ma…».

Aislinn fece un respiro profondo e gli chiese ancora una volta: «Mi aiuterai a trovare il

modo di trasformare Seth?».

«No». Keenan rimase in silenzio per qualche secondo. «Stiamo ancora facendo i primi passi

insieme, Aislinn. L’arrivo della prima vera estate nella nostra vita ci ha stordito. Vedrai che le cose

diventeranno più facili anche tra voi».

«Sicuro?», disse lei tormentandosi il labbro.

«E noi diventeremo più forti».

«Prenditi cura del tuo frutteto, io riproverò a chiamare Seth».



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